Social Innovation
Parliamo di progresso tecnologico, ma in questo caso come Social Innovation con lo scopo di migliorare la vita delle persone e aumentare il grado di inclusione delle comunità, in una dimensione sostenibile dal punto di vista ecologico.
Il concetto nasce in Giappone col nuovo millennio. L’idea è quella di una nuova fase evolutiva dell’uomo: prima i cacciatori-raccoglitori, poi gli agricoltori, la rivoluzione industriale, la società dell’informazione e ora, nell’epoca della transizione energetica, la “società altamente intelligente”, che mette al centro il benessere delle persone. Vanno proprio in quella direzione gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite nella loro Agenda 2030.
Ma l’innovazione sociale è anche, insieme, una risposta all’ altissimo debito pubblico, bassa crescita del Pil, aumento della fascia di popolazione più anziana, ruolo delle donne, risorse più limitate.
Si tratta del Giappone ma se questi aspetti vi fanno pensare all’Italia, non è un caso.L’Italia, però, condivide col Giappone anche una serie di caratteristiche che danno forza all’idea di una società 5.0: la numerosità dei brevetti, una sempre maggiore diffusione della robotica in ambito produttivo, l’eccellenza manifatturiera, la spinta alla sostenibilità.
Il concetto di “Social Innovation” è quindi la strategia collaborativa e cooperativa con le tecnologie digitali per la creazione di una società pienamente sostenibile.
Social Innovation, per esempio, è quella che Hitachi ha promosso in una città come Copenaghen, dove dal 1996 è cominciata la progettazione – e poi la costruzione e la messa in opera – di una rete metropolitana efficiente, commissionata da Metroselskabet, che si è connessa perfettamente con le infrastrutture già presenti in città. Un progetto in cui c’è una forte impronta tecnologica italiana. Si tratta di un sistema di trasporto senza conducente che funziona 24 ore su 24, con un elaborato sistema di alimentazione elettrica e un altrettanto elaborato sistema di comunicazione che consente il controllo costante dei treni. I treni arrivano fino alla velocità di 80 km all’ora e nell’ora di punta c’è un convoglio ogni due minuti, con cui raggiungere tutta la città. Sulla base del successo di questo progetto, Hitachi Rail ha poi realizzato il Cityringen, una nuova tappa aperta al pubblico alla fine del settembre scorso con una festa per la città, in presenza della regina Margrethe.
La nuova linea è stata visitata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Si tratta di un percorso di 16 km di doppio binario, con 17 stazioni, che tocca alcune delle aree più importanti della capitale danese e intreccia le altre linee metropolitane. È stato un progetto realizzato in poco più di otto anni, comprese le opere civili, che oggi favorisce il raggiungimento dell’ambizioso obiettivo della città di diventare la prima metropoli carbon neutral entro il 2025. Il trasporto pubblico è uno dei punti-chiave della crescita sostenibile. L’esempio di Copenaghen dimostra come si può applicare una tecnologia a basso impatto inquinante aumentando la mobilità – e dunque anche la socialità – delle persone, e insieme semplificando la gestione del servizio per le amministrazioni.
Ma innovazione sociale è anche quella che Hitachi fa direttamente in Italia, per esempio fornendo il sistema di batterie a supporto del più grande data center nazionale, a Ponte San Pietro (BG) alimentato 100% con energia rinnovabile che ottimizza spazi e flessibilità grazie ad una costruzione modulare in container con batterie long life. Oppure, con il progetto realizzato sulla rete idrica a Oliena, in Sardegna, dove collaborando con le realtà locali è stato possibile ridurre del 50% le perdite d’acqua, puntando in particolare sulla gestione della pressione e distrettualizzazione, attività che hanno avuto anche un forte impatto positivo sul sistema di pompaggio.
Ma c’è anche il capitolo della salute. Hitachi ha sviluppato un sistema di protonterapia – un trattamento radiante che usa particelle pesanti con carica positiva. La protonterapia è una delle forme più avanzate di radio terapia oncologica oggi disponibile, meno invasiva e più adatta per specifiche tipologie di tumori, come ad esempio quelli sviluppati in prossimità di organi critici e aree delicate come il cervello, il cuore, la testa e il collo, la prostata o il midollo spinale. Dal 2017 il trattamento dei tumori tramite terapia protonica è stato inserito dal Ministero della Salute italiano nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), diventando disponibile tramite il servizio Sanitario Nazionale.