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WhatsApp sarà la nuova Zoom?

Più rapidamente di quanto ci si aspettasse, ma forse era comprensibile, WhatsApp si prepara a integrare alcune delle funzionalità di Rooms, il nuovo sistema di videoconferenze appena lanciato da Facebook. Secondo i sempre informati di WABetaInfo, infatti, la chat più usata del mondo potrebbe presto integrare anzitutto su WhatsApp Web, la versione della chat da usare via browser sincronizzandola con il proprio account sullo smartphone, il versatile sistema di videocall già lanciato sull’applicazione principale di Menlo Park.

Cosa significa? Nella sostanza, che la già estesa possibilità di effettuare videochiamate fino a otto contatti, appena annunciata e già disponibile da un paio di settimane, si allargherà progressivamente fino alle 50 utenze previste da Rooms. Come Mark Zuckerberg sostiene da tempo, contrariamente alle rassicurazioni fornite all’epoca della miliardaria acquisizione, la strada obbligata delle sue creature è quella di una integrazione sulla linea della riservatezza e dell’intimità, per così dire.

Per questo nella versione beta 2.2019.6 di WhatsApp Web gli esperti hanno individuato una specie di compatibilità più che di integrazione. Sarà cioè facile saltare dall’una all’altra piattaforma, o meglio usare indifferentemente la prima o la seconda per partecipare ai meeting digitali a distanza con amici e colleghi, anche quelli che non dispongano di un account Facebook. In sostanza, a fianco ai bottoni per allegare foto e file, si aggiunge quello di una videocamera che consentirà di passare rapidamente a Rooms, per creare una stanza e appunto videochiamate potenzialmente fino a 50 partecipanti.

WhatsApp potrà diventare la nuova Zoom? Forse. La potenza di fuoco non manca, d’altronde, visto che ogni mese oltre tre miliardi di utenti si collegano ad almeno uno dei servizi di casa Zuck. Anche il lancio dell’integrazione con Rooms dando la priorità alla versione desktop la dice lunga: con decine di milioni di persone costrette al telelavoro (no, per favore non chiamatelo smart working) si moltiplica il tempo trascorso di fronte a schermi dalle diagonali più ampie di quelle di uno smartphone, a cui sono costretti per lavoro. Immaginabile, dunque, iniziare proprio da lì. La funzionalità dovrebbe arrivare nelle prossime settimane.