Avete mai sentito parlare di people marketing ed employer branding ?
Il viaggio nello Spazio parte dalla migliore squadra sulla terra. Ne è convinto Elon Musk. Lo scorso weekend, a pochi giorni dal lancio in orbita della prima spedizione privata della storia, l’eclettico imprenditore ha motivato i propri collaboratori sulla prossima sfida. La mail interna, come ormai prassi, è diventata esterna ed è stata rilanciata da Michael Sheetz sulla CNBC. “Da questo momento per tutti i collaboratori e per coloro che arriveranno è fondamentale considerare come priorità la creazione della Starship, che è la chiave per rendere la vita multi-planetaria”.
Una sfida spaziale che passa necessariamente dal reclutamento del team migliore.
Da Musk alla nuova normalità dei brand, veicolata con uno storytelling di volti e voci per informare, tranquillizzare, vendere. E anche attrarre. Il racconto parte dalle persone dell’impresa, schierate per intercettare l’attenzione dei talenti sul mercato. Si fa strada il “people marketing” incentrato sugli individui, sul loro vissuto, sui valori che incarnano. Un riflesso incondizionato legato alla perdita del luogo di lavoro, quello spazio fisico sostituito dal virtuale e da uno smartworking esteso.
L’employer branding negli ultimi anni ha registrato un’evoluzione da strumento di recruiting ed engagement a strategia di mercato vera e propria. Agli obiettivi di attrazione dei talenti esterni e di fidelizzazione di quelli interni si sono aggiunti quello reputazionale e commerciale.
Fino a ieri sarebbe stato impensabile immaginare che le persone potessero acquistare o meno un prodotto sulla base delle condizioni di lavoro di un’azienda. Oggi è ciò che succede e che è destinato ad incrementarsi nel futuro.
Oggi la reputazione dell’azienda è un asset strategico che produce impatti diretti sul business e quindi anche nella capacità di attrarre i migliori talenti. Inoltre prendere posizione su temi sociali, ambientali ed economici è fortemente richiesto da parte dei talenti: il 49% della scelta di andare a lavorare per un’azienda è basato sulla sua responsabilitàe sulla leadership.
Lo segnala anche l’Harvard Business Review calcolando come un’azienda con una scarsa reputazione è costretta a investire circa cinquemila dollari in più per ogni assunzione rispetto alle aziende con reputazione più forte. Ecco perché passare da ciò che il brand fa a ciò che il brand è risultato vincente per attrarre candidati molto più di salario e benefit.
Oggi la trasparenza, l’eticità e la correttezza rappresentano elementi essenziali su cui le aziende sono valutate. Il prodotto rimane confinato come mezzo e non come fine. Utilizzare bene i social per comunicare i valori di un brand e la capacità di valorizzare lo storytelling diventeranno elementi sempre più distintivi per competere sui mercati globali.
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