Streaming killed the movie star?
Per molti critici americani questi Emmy 2021 sono stati un po’ “il cambio della guardia“: mai come quest’anno le serie provenienti dalle piattaforme streaming avevano dominato così pervasivamente la platea dei vincitori, costringendo un network via cavo come Hbo (di solito dominatrice assoluta di questo tipo di manifestazioni) ad arrancare. Trasmessa sulla rete tradizione Cbs, questa cerimonia suona per certi versi come la celebrazione del tramonto stesso della vecchia tv in favore di un dominio ormai conclamato degli streaming. È troppo presto però per celebrare funerali definitivi: al di là del dominio assoluto di Netflix, i premi principali si sono comunque distribuiti su più piattaforme (la stessa Apple Tv+, lanciata solo due anni fa, si è imposta rapidamente tra i contendenti più di lustro).
The Crown, Ted Lasso e Omicidio a Easttown: sono questi i titoli che hanno dominato gli Emmy Awards 2021, i principali premi della televisione americana che sono stati consegnati nella notte a Los Angeles. I tre titoli si sono divisi la quasi totalità delle categorie attoriali, mentre The Crown si è imposta anche come miglior serie drammatica e anche per la regia e la sceneggiatura. Ted Lasso è stato incoronata come miglior serie comica e invece ad aggiudicarsi il riconoscimento come miglior miniserie l’ha spuntata La regina degli scacchi. Grazie a quest’ultima e alla serie sulla Corona britannica Netflix si è imposta per la prima volta nella storia di questi premi come la piattaforma con più vittorie, portandosi a casa ben 44 statuette, mentre Hbo, altra tradizionale dominatrice di questo evento, si è fermata a 19.
È stata invece l’edizione della cosiddetta prestige tv e soprattutto di quella d’importazione britannica: l’exploit di The Crown e Ted Lasso, entrambe ambientate nel Regno Unito con stragrande maggioranza di attori britannici nel cast, è stato rafforzato dalla vittoria di Kate Winslet e Ewan McGregor in altre categorie attoriali (rispettivamente per Omicidio a Easttown e Halston) o da quella di Michael Coel per la sceneggiatura di I May Destroy You.