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Parliamo di Clubhouse, il social del momento

Clubhouse è senza grandi dubbi il social del momento. Dopo il boom nordamericano ora dilaga in Europa. Ma non solo Clubhouse è stato “il social del momento“. L’alloro a dire il vero passa di mano in mano all’incirca ogni semestre con un ritmo incessante. Nella seconda metà del 2020 è stato il turno di Tik Tok, nella prima metà dello scorso anno c’erano Houseparty e Twitch, nel 2019 Snapchat e così via fino agli albori dell’era social, una quindicina d’anni fa, col caro vecchio Facebook.

COS’È CLUBHOUSE E COME FUNZIONA

Clubhouse è una start up americana nata nel 2020 per mano di Paul Davison e Rohan Seth (provengono da Pinterest e da Google); recentemente è stata finanziata per un ulteriore round da decine di milioni di dollari e vale, secondo le ultime stime, già un miliardo. Clubhouse è un nuovissimo social media su app, scaricabile da App Store, basato esclusivamente sull’audio: non ci sono foto, non si scrive niente, non ci sono neppure messaggi vocali registrati, non ci si può scambiare file o chat. L’interazione transita solo mediante talk in diretta, senza che alcunché venga salvato o registrato: tutto live e tutto autodistrutto dopo la fine di ogni conversazione. Vietatissimo salvarsi gli audio: un aggregatore globale di tavole rotonde a tema, su ogni tema, ad ogni ora, in ogni lingua, con ogni genere di pubblico e di panelist. Il social è suddiviso in ‘stanze’ (un po’ come le stanze di Facebook ma soprattutto come un immaginario enorme centro congressi pieno di sale) ciascuna con un argomento e con dei partecipanti: ci sono i moderatori, ci sono le persone invitate sul palco che hanno il diritto di prendere la parola e c’è il pubblico che può solo ascoltare o, al limite, alzare la mano per salire a sua volta sul palco per dire la propria. Il turnover tra palco e platea può essere molto intenso: si può entrare in una stanza, essere riconosciuto da qualcuno degli speaker o dei moderatori e chiamato a salire sul palco. Oppure ci si può appassionare all’argomento dopo un tot di minuti provare a chiedere la parola (minuti? Ore! Clubhouse è la cosa più time consuming che si possa immaginare, ma il dramma è che spesso ne vale la pena vista l’alta qualità media – per ora – dei contenuti). In più c’è una qualità audio semplicemente eccellente.
Simile al podcast? Non proprio, perché il podcast è registrato, lo puoi riascoltare quando vuoi, ed ha un montaggio dal quale si possono togliere errori, passaggi sgradevoli, pause. Simile alla radio? Non proprio perché difficilmente in radio chi ascolta (il pubblico) e chi modera (i conduttori) possono finire sullo stesso livello in maniera immediata e senza ombra di filtri. Dunque una cosa nuova, capitata just in time rispetto a questi strani mesi. Una cosa di cui parleremo moltissimo nelle prossime settimane.

CLUBHOUSE: COME ENTRARE

Clubhouse ha già qualche mese di vita perché in realtà è nato ad aprile 2020. Come avviene spesso con queste start-up, i primi mesi sono stati decisamente in sordina, il boom è arrivato col nuovo anno, nel corso del mese di gennaio 2021. Oggi Clubhouse è il social più chiacchierato e osservato dagli esperti di comunicazione e digital, i marketer, gli appassionati e anche forse il più desiderato visto che l’accesso è consentito solo su invito e solo per chi possiede un iPhone. L’app per Android è in sviluppo, ma non è dato sapersi quando arriverà così come non è dato sapersi quando la piattaforma sarà aperta a tutti anche se i fondatori parlando solo di periodo di rodaggio e annunciano un futuro di totale apertura. Senz’altro quando sarà totalmente aperto, Clubhouse cambierà molto considerando che oggi è popolato quasi esclusivamente da addetti ai lavori degli universi della comunicazione, della politica, dei media, del giornalismo, delle startup e del marketing. Cosa succederà quando, a brevissimo, ad entrare e ad alzare la mano sarà il popolo indistinto?